Festa dell'arrosticino e della birra

Vallericcia 4-5-6 agosto

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All’On. Fabio REFRIGERI

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All’On. Daniele MITOLO

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Al Dr. Franco GILARDI

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LORO SEDI

 

Avendo il piacere di conoscerVi personalmente e sapendo della Vostra prontezza nell’affrontare le problematiche, di diversa natura, che riguardano il territorio reatino, io sottoscritto Vincenzo Ricci, anche in nome e per conto dell’Italcaccia Provinciale di Rieti, di cui sono il presidente, in un clima di collaborazione e rapporto sinergico su argomentazioni di natura venatoria, espongo le mie perplessità sul nuovo disciplinare per la caccia al cinghiale.

Durante le varie riunioni tenute sul territorio reatino, ho dovuto prendere atto che il popolo dei cacciatori in generale (non soltanto Italcacciatori) è concorde nell’affermare che il nuovo disciplinare che regolerà la caccia al cinghiale per la stagione 2017/2018 risulta essere peggiorativo rispetto al preesistente.

Volendo scendere nei particolari, il nuovo disciplinare annovera nel suo interno diverse anomale specifiche, cominciando dal termine imposto agli A.T.C. per l’individuazione delle zone di caccia, per finire all’introduzione della caccia con il metodo della girata.

I punti salienti che meriterebbero essere modificati sono quelli relativi all’estensione delle zone superiori ai 600 ha, la composizione delle squadre con un numero inferiore ed il mantenimento delle zone non dev’essere subordinato all’abbattimento dei 30 cinghiali. Ce ne sarebbero altri, ma questi riportati sono di fondamentale importanza per una migliore gestione della specie in funzione delle criticità legate ai danni, all’aspetto sociale e non ultimo quello della sicurezza.

Per la passata stagione nel territorio della provincia di Rieti, si è potuto costituire squadre con un numero di componenti inferiore alle altre realtà regionali, cosa questa che ha riscosso apprezzamenti dalle varie componenti che ruotano intorno al mondo venatorio. Sarebbe impensabile che, a distanza di una stagione, si possa tornare indietro dal momento che circa il 50% delle squadre opera in zone superiori ai 600 ettari e, per le quali, l’anno scorso hanno commissionato una relazione tecnica fornita agli ATC Provinciali.

C’è da dire, inoltre, che nella realtà reatina le squadre che abbattono trenta cinghiali (il numero minimo per il mantenimento della zona) non raggiunge la metà di esse e quindi costituirebbe ulteriore vincolo di difficile soluzione. Qualora non fosse possibile abbassare il numero, si potrebbe non renderlo perentorio.

La girata, al di là dell’aspetto innovativo, va tenuto conto di due fattori: 1) non credo che nella Regione Lazio ci siano tanti cacciatori abilitati alla conduzione del cane limiere e quindi resterebbe ad appannaggio di pochi; 2) il numero massimo dei partecipanti sembra essere eccessivo. A ciò si potrebbe ovviare se si desse la possibilità ai cacciatori iscritti in squadre per la braccata di poter essere iscritti (anche solo per questo anno di transizione) anche in quelle da girata.

A parere dello scrivente, poiché il disciplinare non modifica la legge 17/95 e s.m.i., la Regione nel demandare alle Province (ed ora a se stessa) la possibilità di regolamentare la caccia al cinghiale non ritenne opportuno includere anche la regolamentazione di altre forme di caccia; ne consegue che il divieto di esercitare altre forme di caccia nella giornata in cui si è iscritti nell’elenco per la caccia in battuta al cinghiale potrebbe non avere i crismi della legalità.

Zone di interesse Orso Marsicano. Poiché nelle zone interessate alla presenza dell’Orso Marsicano, di fatto, le squadre perderebbero 6 giornate di caccia, potrebbe essere previsto un accorgimento per fargliele recuperare nei mesi di dicembre e gennaio?

Non mi dilungo oltre, nella speranza che possiate porre rimedio a tali incresciose situazioni, colgo l’occasione per porgere cordiali saluti significandoVi che resto a disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento.

Rieti, lì 28.06.2017

 

F.TO Vincenzo RICCI

 

Mitt. Vincenzo RICCI

Presidente Provinciale Italcaccia Rieti

Via dell’Elettronica s.n.c.

02100 = R I E T I

Cell. 3338183507 E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

 

Anche a Viterbo non piace il nuovo regolamento di caccia al cinghiale

 

 

CHIARIMENTO PER TUTTI I SOCI SELECONTROLLORI

 

Contratto di assicurazione Infortuni, Responsabilità Civile, Tutela Legale, Morte/Ferimento del cane, Furto e Incendio

 

ITALCACCIA

Art.19

….omissis: si precisa che la coper­tura assicurativa è estesa altresì all’attività inerente i piani di controllo o contenimento della fauna selvatica, sia cacciabile che non cacciabile, nonché della fauna domestica inselvatichita, effettuati tramite cattura o abbattimento ai sensi della legge nazionale n. 157/92 e successive modifiche.

ART 45. Assicurati

Le garanzie, previste all’Art. 44 – Oggetto dell’assicurazione - delle Condizioni Particolari di Assicurazione, vengono prestate ai soggetti iscritti alla Contraente che rivestono la qualifica di Assicurati (cacciatori, selecontrollori, nonché operatori faunistici, soci cinofili, guardie volontarie venatorie, guardie volontarie ittiche, ambientali e zoofile)

Si precisa che la copertura per i selecontrollori, gli operatori e le guardie volontarie venatorie, ittiche, ambientali e zoofile sono prestate alle seguenti condizioni:

  • le attività non devono essere effettuate a titolo lavorativo professionale;
  • tutti i soggetti devono essere abilitati ed identificati in apposito elenco e risponde­re alle specifiche comunicazioni e deter­minazioni, previste dalle Amministrazioni Provinciali e/o dagli Enti preposti per lo svolgimento delle attività, comunicate alla Contraente.

 

Quando si ascolta dire che bisogna prendere con filosofia le vicissitudini giornaliere, comincia ad avere un senso. Ciò avviene solitamente quando si legge di alcune decisioni, trasformate in disciplinare, da parte della Regione Lazio.

E’ da diversi anni che nella Regione Lazio viene normata la caccia al cinghiale e, ahimè, ogni volta ci si aspetta che le modifiche apportate non stravolgano quanto enucleato la volta precedente. Speranze sistematicamente disattese!!!!

Anche quest’anno, per la prossima stagione venatoria, la Regione ha inteso bene apportare delle “piccole” variazioni che, guarda caso, lasciano l’amaro in bocca ai tanti seguaci di Diana che praticano la caccia al cinghiale nella nostra Provincia.

Lo scrivente sig. Vincenzo Ricci, presidente provinciale dell’Italcaccia di Rieti, dal momento della pubblicazione del disciplinare, ha ricevuto centinaia li lamentele da parte dei cacciatori che ne hanno potuto prendere finalmente visione.

Si può facilmente ipotizzare che anche le altre associazioni abbiano ricevuto lagnanze per quello che, a parere dello scrivente, può essere definito un significativo passo indietro rispetto al passato.

Volendo scendere nei particolari, il nuovo disciplinare annovera nel suo interno diverse anomale specifiche. Cominciando dal termine imposto agli A.T.C. (15.7.2017) per l’individuazione delle zone di caccia; zone che successivamente dovranno essere trasmesse all’ADA di Rieti per la successiva approvazione. Detta così, la cosa sembra di facile soluzione; le zone c’erano già, cosa ci vuole a modificare quelle che hanno causato qualche problema!!!! L’inghippo però è dietro l’angolo. Infatti non bisogna cartografare solo le preesistenti ma, guarda caso, bisogna anche individuare quelle per la girata (altra forma di caccia al cinghiale diversa dalla braccata) che, ad oggi, non esistono.

Il bello, comunque, viene dopo!!! C’è da sapere che il vecchio disciplinare (s.v.2016/2017) prevedeva che in  provincia di Rieti si potessero cartografe anche zone di estensione maggiore a quelle delle restanti 4 province, semplicemente presentando una relazione tecnica (redatta da un tecnico qualificato) che giustificasse tale estensione oltre al fatto che le squadre potevano essere costituite da un minimo di 15 cacciatori anziché 25. Cose lodevoli delle quali, i nostri referenti regionali e non, si sono fatti promotori ottenendo un apprezzatissimo risultato dalle varie componenti venatorie. Siccome funziona bene bisogna correre ai ripari, questo credo sia pensiero balenato in testa ai legislatori.

Non essendo possibile elencare tutte le regole che andrebbero modificate, ne citerò solo un’altra.

Il mantenimento della zona passa attraverso l’abbattimento di un numero minimo di 30 cinghiali per ogni squadra. Chi conosce la storia delle quadre reatine sa bene che delle circa 125 squadre, nemmeno la metà di esse raggiunge il limite minimo. Conseguenza: a rigor di disciplinare non si dovrebbe consentire la braccata in dette zone e, quindi, verrebbe meno anche lo scopo prefissato da tanta parte della società, di limitare la presenza del suide contenendo anche l’entità dei danni da essi causati alle produzioni agricole. Successivamente, l’art.4 c.2 del disciplinare recita ”Le squadre operanti nelle zone eccedenti i 600 ettari devono avere un numero di componenti uguale o superiore a 35”. Ciò risulta essere in palese contraddizione con le vecchie norme. Se il problema esisteva l’anno scorso, non credo che nell’arco temporale di una stagione sia modificato significativamente al punto di equiparare Rieti alle altre Province.

 

Ovviamente sarà inserita nel disciplinare la formuletta che per “alcuni casi” si può derogare. Poiché è cosa quasi certa il sistematico ricorrere all’istituto della deroga, la domanda che sorge spontanea è…. visto che lo consentirete successivamente, che senso ha imporlo prima?

Il discorso diverrebbe troppo lungo per poterlo spiegare in quattro righe di giornale.

Viene proprio da dire che……. mai titolo fu più azzeccato!!!!!

  

 

L'articoloItalcaccia di Rieti contro la Regione Lazio per il nuovo disciplinare di caccia al cinghiale. Il presidente dell'associazione, Vincenzo Ricci, si fa portavoce delle numerose lamentele ricevute da quando è stato pubblicato il nuovo disciplinare della caccia, definito un "significativo passo indietro rispetto al passato" che "annovera al suo interno diverse anomalie" a partire dal "termine imposto agli Ambiti territoriali di caccia (15 luglio 2017) per l'individuazione delle zone di caccia". Ricci elenca numerosi punti che non convincono i cacciatori e, tra questi, il limite dell'abbattimento di un numero minimo di 30 cinghiali ogni squadra. "Chi conosce la storia delle quadre reatine -dice il presidente di Italcaccia - sa bene che delle circa 125 squadre, nemmeno la metà di esse raggiunge il limite minimo. Quindi, a rigor di disciplinare, non si dovrebbe consentire la braccata in dette zone e verrebbe meno anche lo scopo prefissato di limitare la presenza del cinghiale contenendo anche l'entità dei danni da essi causati alle produzioni agricole". Ricci ne ha anche per l'istituto della "deroga" che sembra tornare ogni anno. "Ovviamente sarà inserita nel disciplinare la formuletta che per 'alcuni casi' si può derogare. Poiché è cosa quasi certa il sistematico ricorso alla deroga - conclude Ricci - la domanda che sorge spontanea è: visto che lo consentirete successivamente, che senso ha imporlo prima?".

Corriere di Rieti 

 

 

 

 

 

 

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